Adesso ti "Spezzo"

Come nascono i miei ritratti spezzati.

Viaggiavo da anni come fotoreporter per l’Agenzia PhotoAid (www.photoaid.eu), ed affiancavo a questo lavoro quello di ritrattista.

Nessun problema quando la foto doveva essere impaginata in orizzontale; “il Mondo per me è orizzontale!”. Era più difficile se il photoeditor richiedeva un’immagine verticale.

E’ proprio in una di queste occasioni, a Londra per essere precisi, che mi venne in mente un’idea per togliermi, diciamo così, da questo imbarazzo…

Decido di riprendere singole porzioni del soggetto per poi unire le foto, dall’alto verso il basso… Funziona!”. Il risultato finale è un’immagine inconsueta e curiosa. Lo battezzo: “ritratto spezzato”.

Questo è il primo di tanti; ne ho realizzati, fino ad ora, più di settecento… Si vede anche la pagina del magazine CAMPUS di Class Editori.

Spezzo chiunque...

Mi piacciono le imperfezioni, i dettagli ridondanti e le prospettive innaturali che derivano dal lavoro di ricostruzione.  E’ un successo! Le foto sono apprezzate ed inizio diverse collaborazioni con altrettanti giornali.

Inizialmente unisco quattro o cinque pose ma presto amplio la mia visione; non riprendo più solo la persona, aggiungo il contesto presente intorno a lei.

Uso prevalentemente una macchina fotografica a pellicola, la mitica Lomo, una  “Cult Camera” 35mm di fabbricazione russa.

L’evoluzione di questo mio lavoro è Sacred Planet.
La tecnica è la medesima ma le immagini non sono più di ritratto ma di paesaggio.